Questa è una domanda che tutti noi ci siamo posti almeno una volta nella vita...

Per studiare questa
relazione, Easterlin è andato a chiedere ad un
campione di individui se e quanto erano felici o
soddisfatti della propria vita in generale ed ha cercato di comprendere se e come queste valutazioni variano a
seconda del reddito percepito.
Venne rilevato, analizzando questa relazione mediante l'analisi Cross-section, una correlazione positiva tra benessere soggettivo e reddito percepito. Tuttavia la correlazione tra queste due variabili è risultata piuttosto bassa, infatti vi sono molte altre discriminanti oltre al reddito, che caratterizzano e influenzano il benessere soggettivo (età, stato di salute, relazioni affettive, confronti interpersonali ecc.) Tale correlazione positiva diminuisce all’aumentare dei redditi percepiti, tendendo infine a scomparire.
Incredibile ! È un paradosso! Non é l'obiettivo della maggior parte delle persone fare tanti soldi per essere felice?
A quanto pare, no.
Easterlin definisce questo paradosso, come "Paradosso della Felicità", perché viene contraddetta la credenza diffusa e consolidata secondo cui un aumento di ricchezza dovrebbe generalmente determinare un aumento del benessere.
Vi sono due spiegazioni all'origine di tale paradosso:
Una prima spiegazione riguarda i confronti interpersonali: il benessere soggettivo in relazione col reddito percepito, aumenterà solo se il proprio reddito percepito aumenterà. Infatti, se venissero innalzati i redditi percepiti di tutti, la felicità o benessere soggettivo non aumenterebbe.
Una seconda spiegazione riguarda il fatto che nella vita, più diventiamo ricchi più aspettative avremo, e più cose vorremo, cadendo nella “trappola delle aspettative crescenti”, cioè il meccanismo per cui il benessere soggettivo derivante dall’acquisizione di un nuovo bene, dopo un aumento temporaneo ritorna rapidamente al livello precedente in quanto gli individui si adattano alla nuova situazione e tendono a spostare sempre più in alto i loro desideri.
In conclusione, il Paradosso della felicità suggerisce che, quando un Paese ha superato una certa soglia di sviluppo economico, non vi è più correlazione tra il PIL pro capite e la felicità dei suoi abitanti. Questa scoperta empirica ha messo in crisi l’idea consumistica del benessere, e ha messo in crisi il significato di "felicità" che viene sempre associato al Dio Denaro.
Venne rilevato, analizzando questa relazione mediante l'analisi Cross-section, una correlazione positiva tra benessere soggettivo e reddito percepito. Tuttavia la correlazione tra queste due variabili è risultata piuttosto bassa, infatti vi sono molte altre discriminanti oltre al reddito, che caratterizzano e influenzano il benessere soggettivo (età, stato di salute, relazioni affettive, confronti interpersonali ecc.) Tale correlazione positiva diminuisce all’aumentare dei redditi percepiti, tendendo infine a scomparire.
Incredibile ! È un paradosso! Non é l'obiettivo della maggior parte delle persone fare tanti soldi per essere felice?
A quanto pare, no.
Easterlin definisce questo paradosso, come "Paradosso della Felicità", perché viene contraddetta la credenza diffusa e consolidata secondo cui un aumento di ricchezza dovrebbe generalmente determinare un aumento del benessere.
Vi sono due spiegazioni all'origine di tale paradosso:
Una prima spiegazione riguarda i confronti interpersonali: il benessere soggettivo in relazione col reddito percepito, aumenterà solo se il proprio reddito percepito aumenterà. Infatti, se venissero innalzati i redditi percepiti di tutti, la felicità o benessere soggettivo non aumenterebbe.
Una seconda spiegazione riguarda il fatto che nella vita, più diventiamo ricchi più aspettative avremo, e più cose vorremo, cadendo nella “trappola delle aspettative crescenti”, cioè il meccanismo per cui il benessere soggettivo derivante dall’acquisizione di un nuovo bene, dopo un aumento temporaneo ritorna rapidamente al livello precedente in quanto gli individui si adattano alla nuova situazione e tendono a spostare sempre più in alto i loro desideri.
In conclusione, il Paradosso della felicità suggerisce che, quando un Paese ha superato una certa soglia di sviluppo economico, non vi è più correlazione tra il PIL pro capite e la felicità dei suoi abitanti. Questa scoperta empirica ha messo in crisi l’idea consumistica del benessere, e ha messo in crisi il significato di "felicità" che viene sempre associato al Dio Denaro.
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